Luogo di eventi e di cultura da riscoprire, vero gioiello del capoluogo teramano! Così viene definito il Castello Della Monica, edificio principale del borgo medievale di Teramo.

Un affascinante complesso di palazzi ottocenteschi realizzati sul colle di San Venanzio, attraverso una fusione in una struttura di differenti stili architettonici ed artistici.

Una costruzione in stile medioevale voluta dall’artista teramano Gennaro Della Monica che, alla fine dell’800 decise di regalarsi un castello con merli e finestre dove andare a vivere con la propria famiglia.

Castello della Monica, Teramo – Abruzzo

L’edificio principale fu eretto sul sito dell’antica chiesa di San Venanzio, distrutta dai francesi, della quale furono riutilizzati i materiali di costruzione e gli elementi decorativi. Gennaro Della Monica abitò il castello portando avanti al suo interno una enorme mole di studi, appunti e disegni realizzati nel corso dei lavori di completamento dell’intero complesso. Negli anni successivi, infatti, furono portati a compimento anche altri due edifici secondari che, insieme al corpo principale, formano un vero e proprio borgo in stile medievale che comprende, oltre al fabbricato principale e a due edifici a vale, una dipendenza di servizio e dei graziosi giardini a terrazzo.

Gennaro Della Monica

L’inaugurazione del nuovo Teatro Comunale di Teramo (1868), offrì al giovane pittore Della Monica l’occasione di sperimentarsi nella caricatura, nel quale rivelò eccezionale talento, prendendo in giro protagonisti e spettatori sia del palcoscenico teatrale che del palcoscenico cittadino. Negli anni successivi realizzò numerosi dipinti: a Teramo per le chiese della Madonna della Cona, di Sant’Agostino e di San Matteo, per il Santuario della Madonna delle Grazie, per la Cappella del Riparo a Porta Romana. Tuttavia il suo dipinto più noto è il Bruto che condanna i figli realizzato nel 1886 per la nuova sala della Corte d’Assise del Tribunale di Teramo, oggi sala delle conferenze della civica pinacoteca. Si dedicò in modo particolare alla pittura storica, ma a lui si deve anche un’intensa attività di ritrattista e soprattutto di paesaggista. Numerosi i lavori che ripropongono angoli e scorci del territorio del Gran Sasso e Monti della Laga.