Vincent Van Gogh è uno dei pittori più amati della storia dell’arte. Nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert (in Olanda) e può essere considerato il pioniere dell’arte contemporanea, padre dell’Espressionismo ed emblema dell’artista tormentato.

Se la sua vita fosse stata un romanzo, sarebbe stato uno di quei personaggi esagerati, di rottura, sempre al limite. Le sue opere sono delle vere icone mondiali. I colori dei suoi dipinti lasciano senza fiato. In poche parole, un mito, che se avesse vissuto in quest’epoca, avrebbe conquistato i media mondiali.

“Autoritratto”, 1889 – Museo d’Orsay, Parigi

Vi sveliamo alcune curiosità che forse non conoscete della sua vita!

Per dipingere di notte, e rischiarare tela e tavolozza, Van Gogh indossava spesso un cappello di paglia costellato di candele accese. L’abitudine a dipingere di notte è ravvisabile nelle sue opere ma anche in alcune testimonianze scritte.

“La camera di Vincent Van Gogh ad Arles”, 1889 – Parigi, Musée d’Orsay

L’auto mutilazione dell’orecchio sinistro – spesso citata come la prova di una conclamata follia – potrebbe nascondere in realtà la vendetta di un amico. Secondo alcuni storici sarebbe stato il pittore e per alcuni tempi coinquilino di Gauguin a mozzare parte del lobo (e non l’orecchio intero) durante una delle frequenti liti.

Uno dei capolavori pittorici più apprezzati al mondo fu dipinto dalla finestra di un ospedale: quello di Saint Paul de Mausole, appena fuori Saint Rémy, dove Vincent chiese di essere ricoverato nel maggio 1889. In quello stesso periodo, Van Gogh realizzò alcune delle sue opere più celebri, come Iris Uliveto.

“Iris”, 1889 – Getty Museum, Los Angeles

Van Gogh iniziò a dipingere solo all’età di 27 anni, ma ebbe poi modo di recuperare il “tempo perduto”, con circa 900 dipinti (in media 2 alla settimana) e 1100 disegni realizzati prima della sua morte, a 37 anni. Prima di tentare la carriera pittorica provò a diventare maestro e mercante d’arte.

Il “giallo cromo” doveva essere molto più brillante quando fu steso su tela. Con il tempo, questo pigmento instabile è andato sbiadendo, e ha virato verso il marrone. Riportarlo alla brillantezza originaria non è possibile, dicono gli esperti, perchè si rischierebbe di danneggiare i dipinti in modo irreversibile.

“Campo di grano con volo di corvi”, 1890 – Van Gogh Museum, Amsterdam

Il Vincent Van Gogh bambino crebbe vedendo una tomba che portava, scolpito sulla lapide, il suo stesso nome. Lì, vicino alla chiesa della cittadina di Zundert, in Olanda era sepolto il fratello maggiore, nato morto. Vincent prese lo stesso nome del fratellino.

Jeanne Calment, una francese di Arles vissuta 122 anni e morta nel 1997, incontrò Vincent Van Gogh nel 1888, nel negozio di famiglia. Lo descrisse come “sporco, mal vestito e sgradevole, per niente cortese e malato“.

 

Franco Ariano e Vittorio Sgarbi ci parlano dell’ambizioso progetto di creare un museo interamente dedicato a Van Gogh, unico nel suo genere a livello mondiale.

Per approfondimenti sul progetto: www.vangoghfriends.com