Una volta era la normalità nelle case di quasi tutti gli italiani. Col passare degli anni è diventata la dieta per chi voleva mangiare sano e equilibrato… oggi la dieta mediterranea purtroppo sta quasi scomparendo!

Con la pandemia e la rivoluzione green, si avverte sempre di più la necessità di cambiare anche il modo di produrre e consumare il cibo. Si sente infatti parlare molto spesso di diete sostenibili. Secondo l’European Congress on Obesity di Vienna, sempre meno persone sembrerebbero seguire la dieta mediterranea in senso stretto. Non che non esista più, ma nel tempo si è trasformata.

«La dieta mediterranea per i bambini dei Paesi mediterranei è morta» – dichiara João Breda, responsabile dell’ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche. I più vicini a questa dieta sono oggi i bambini svedesi: questo tipo di dieta sembra resistere nei Paesi nordici, in particolar modo in Svezia.

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Nel 2013 la dieta mediterranea è diventata Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco, poiché in grado di beneficiare la salute, favorendo la produzione di cibo a basso impatto ambientale e la conservazione della biodiversità.

La presenza costante di cereali, frutta e verdura fresca e di stagione, l’utilizzo dell’olio di oliva per condire i piatti, e solo una moderata presenza di pesce, carne, latticini, preferendo le proteine vegetali dei legumi, rappresentano in sintesi gli ingredienti principe della dieta mediterranea.

Tutti diciamo di mangiarli, ma in quali quantità, in quanti giorni a settimana, con quale alternanza? La risposta: quando capita. Perché oggi ci capita più spesso di mangiare cibi spazzatura e bevande gassate che stanno cannibalizzando il resto dei cibi su cui si basa la dieta tipica dei paesi del Mediterraneo.

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Per un motivo o per un altro, la dieta mediterranea è oggi poco seguita dagli italiani stessi. A indicarlo è anche uno studio del 2020 di Crea Alimenti e Nutrizione che su un campione di quasi tremila persone nel nostro Paese, evidenzia come solo il 13% degli italiani mette in pratica i principi dettati da questa dieta.

«Tra gli errori più frequenti, la scelta di frutta e verdura fuori stagione, il consumo di snack e succhi, che sono poveri in fibre e ricchi di zuccheri raffinati, così come l’eccesso di carne, in particolare quella rossa» – osserva Alessio Molfino, esperto della Società italiana di Nutrizione clinica e metabolismo. La chiave di volta per vivere di più ed evitare malattie croniche è adottare stili alimentari più semplici, basati su cibi freschi e non processati, locali e coltivati in modo sostenibile.